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Non avrei mai pensato che…

Sono passati due anni da quando ho iniziato la mia vita in Olanda, da quando siamo arrivati con un volo Ryanair di sola andata, due valigie e un passeggino.

Facendo un bilancio, in questi due anni abbiamo:

  • Cambiato 4 case
  • Trovato lavoro
  •  Avuto 6 bici e un motorino (rubato in meno di un mese)
  • Stretto nuove amicizie importanti
  • Conosciuto persone provenienti da ogni parte del mondo
  • Visitato nuovi posti
  • Imparato ( io no, ma gli altri due della famiglia sì quindi la maggioranza vince) l’Olandese

bici olandesi

Non avrei mai pensato che avremmo resistito così tanto in questo Paese, onestamente. Infatti periodicamente in questi anni abbiamo vagliato l’ipotesi di trasferirci in Inghilterra, Spagna, Australia (immancabile), Mauritius, Sud Africa e Irlanda. Ma poi siamo sempre rimasti qui.

city farm a den haag

In questi due anni ho anche imparato alcune cose fondamentale sul vivere nei Paesi Bassi:

  • A contare solo ed esclusivamente su te stesso
  • La burocrazia è lunga e complessa, ma una volta affrontata e capita la strada non è più in salita
  • Non parlare l’Olandese è una grande barriera: se si ha intenzione di restare, meglio decidersi a impararlo
  • Non è vero che tutti parlano Inglese
  • Se fai seriamente amicizia con degli olandesi, sono amicizie vere
  • Le zucchine del supermercato sono  giganti
  • Non andare all’ Albert Hein senza bonus card ti fa spendere molto di più

albert hein

  • Gli olandesi adorano festeggiare
  • La bicicletta è il tuo miglior amico (insieme alla tuta per la pioggia)
  • Le sere d’estate sono meravigliosamente lunghe ed affascinanti
  • Non potrei mai vivere lontano dal mare (ma questo lo sapevo già)
  • L’aringa cruda non fa per me
  • Gli architetti delle case olandesi fanno pena
  • L’elasticità mentale non appartiene a più della metà di questa popolazione
  • Il primo lunedì del mese a mezzogiorno suona la sirena, sempre. Se succede un’altro giorno allora preoccupati seriamente!

case olandesi

L’elenco è ancora lungo, ma per ora mi fermo qui. Volevo solo ricordare a me stessa che anche se non lo pensavo possibile mi sono adattata a vivere in un solo posto tutto l’anno, non con poca fatica, ma alla fine con buoni risultati!

Gli italiani e il cibo. All’estero!

Quando vivi all’estero (ma anche quando sei a casa tua forse) ti accorgi facilmente di come noi italiani veniamo irrimediabilmente stereotipati e identificati con un bel piatto di spaghetti, magari alla bolognaise.

E un po’ devo ammetterlo, non hanno tutti i torti! Noi italiani parliamo di cibo più o meno come un inglese parla del meteo: sempre! Provate a pensarci.. ricordate cosa avete mangiato a pranzo vero? E quando tornate da un viaggio, l’aver mangiato bene o male è sicuramente una delle cose di cui parlerete.

il cibo e gli italiani

Ok ora sappiate che difficilmente un olandese si ricorderà cosa ha mangiato a pranzo. O forse sì, perché sarà più o meno quello che ha mangiato anche ieri, e il giorno prima e quello ancora… E quello che mangerà domani e così in avanti. Molto probabilmente si tratterà di una fetta di pane (sì di quelli in cassetta, in tutte le sue varianti..di mais, integrale, bianco, ai semi di zucca e così via) con sopra una succulenta fetta di formaggio. O meglio ancora, pane, margarina e sprinkles (per farvi un’idea andate a vedervi l’articolo da cui ho tratto la foto!)

hagelslag

Ma noi italiani ci sappiamo decisamente far valere in questo campo. E così negli uffici internazionali troverete i connazionali italiani riunirsi per la pausa pranzo, sfornando ognuno una pietanza degna della miglior trattoria casereccia italiana: pasta alla carbonara, pollo con patate, insalatone miste e pane fresco, caprese, pasta al pomodoro, risotti, polpette al sugo, lasagne. E il momento del pranzo diventa un piacevole incontro conviviale, in cui ci si scambiano ricette, suggerimenti e commenti. Una sorta di club di cucina improvvisato insomma!

pollo e patate

Questi pranzi solitamente scatenano l’ironia -e anche un po’ di invidia diciamolo- dei colleghi non italiani, che passano con la loro fetta di formaggio e guardano curiosi nel tuo piatto – che se tanto tanto è la giornata con l’insalata ti guardano nemmeno fossi Jamie Oliver chiedendoti cosa ci hai messo dentro.

Tutto questo alla fine era comunque per dirvi che sebbene io non ami il caffè, detesti il cappuccino, non sia una tifosa di calcio, non guardi i mondiali, e non sia assolutamente una nostalgica italiana… Oggi tornando da lavoro, sotto la pioggia battente, mi sono fermata in un negozio italiano come fosse stato un’oasi di piacere. Cosa ho comprato? biscotti e risotto 🙂

italia a den haag

 

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Scegliere

Dopo splendide giornate di cielo terso e temperature sopra i venti gradi, qui a Den Haag nell’ultima settimana è ricomparso l’autunno.

Non so perché ma mi rendo conto che comincio quasi tutti i miei post parlando del tempo…dire che sono altamente metereopatica è un eufemismo.

L’altro giorno mentre pedalavo sotto la tempesta per recuperare la cucciola al daycare riflettevo sul fatto che se mi trovavo li in quell’istante, zuppa fino all’osso era in fondo perché l’avevo scelto. Quando abbiamo deciso di trasferirci in Olanda sapevamo che non sarebbe stata facile, certo non ti puoi mai immaginare quanto, ma abbiamo consapevolmente scelto di affrontare questa nuova avventura insieme. Avremmo potuto scegliere di rimanere in Italia ed aspettare che le cose cambiassero, o decidere di ripartire per il Kenya (dove in fondo io un lavoro lo avevo e mi piaceva anche tantissimo), ma abbiamo optato per il sentiero quello buio, nella foresta e in salita.

clingengdael park den haag

Scegliere qualcosa di importante è difficile. Ma avere una scelta secondo me è bellissimo.

Poter scegliere mi fa sentire viva.. Uscire dalla comfort zone mi fa apprezzare quello che faccio e stimola la mia capacità di adattamento, curiosità e crescita.

Credo che tutti dovrebbero potersi sentir liberi di scegliere più spesso, e farsi meno condizionare dal “si fa perché si deve”. A volte la vita ci costringe a prendere decisioni e a fare scelte,  credo che dovremmo interpretare questi momenti come aiuti da parte del destino.

scelta

Quando anni fa ero in procinto di comprare una casa in Italia, all’improvviso sono successe alcune cose che hanno dovuto far cambiare i piani.. Sapevo che non era per caso, ero certa che c’era un motivo. 

E infatti sono finita in Kenya (e il resto lo conoscete già )

Capire quale strada prendere a volte è davvero difficile, ma bisogna cercare di ascoltare i propri pensieri, il cuore e la pancia. Io agisco spesso d’impulso e mi affido molto ai segnali che ricevo dall’esterno (o dai miei sogni).

Ultimamente la mia strada mi sta portando ad incontrare persone interessanti che, ognuna a suo modo, sta contribuendo ad aprire una nuova porta davanti a me. Cercando di mettere a posto i puzzle con la combinazione di questa porta mi lascio ispirare dal mondo e cerco di attraversare anche i momenti più difficili portando bene a mente queste parole:

Strong as a diamond, soft as a flower

Forte come un diamante, soffice come un fiore

cit. Bente -Abyasa yoga

Di passato, presente e futuro

Vi fermate mai ad analizzare voi stessi o il vostro lavoro? Vi girate a guardare il sentiero percorso e poi lanciare uno sguardo a quello che sta ancora davanti a voi?

Io alcune volte lo faccio. Mi è stato chiesto che blog sarò tra tre anni… Una domanda difficile per una che tra tre anni non sa nemmeno dove sarà [non so nemmeno dove sarò tra 6 mesi se è per questo!]

Così per rispondere a questa domanda ho iniziato ad analizzarmi, o meglio ad analizzare questo mio spazio che in due anni è cresciuto sempre di più.

Blog Plan

Ho aperto Malaikatravel due anni fa, appena rientrata dal Kenya e con un futuro assolutamente ignoto davanti a me. Ero in Italia, non avevamo lavoro e dovevamo capire che strada prendere. Ero anche a zero conoscenze in materia di blogging, quindi tutto quello che ho fatto l’ho fatto da sola, dedicandoci anima e mente e tante ore di impegno.

Pian piano, dai racconti di viaggi passati a post ancora un po’ freddi ed impersonali sono cresciuta riuscendo ad aprendomi senza paura.

Dopo qualche mese lo scrivere è stato facilitato dal nostro trasferimento in Olanda: una marea di spunti di cui parlare! E così anche voi lettori avete cominciato a seguirmi sempre di più, motivandomi a scrivere e condividere con voi la mia vita.

La grafica è cambiata molte volte, rispecchiando in fondo il mio istinto di cambiare che mi perseguita; ho inserito widget, link, immagini, icone social.. Pian piano sono riuscita a trasformare questo piccolo spazio in un blog con il suo seguito [e ne sono fiera, adoro tutti voi che mi leggete sappiatelo!]

Ma come vedo il mio blog tra tre anni? Lo vedo ricco di nuove esperienze, racconti e consigli. Lo vedo meno confusionario e più ordinato e funzionale ma pieno di informazioni. Lo vedo dalle tinte sobrie ma allegre, e lo vedo, anzi lo spero, un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di una spinta, di un messaggio di coraggio, di un sorriso in una giornata grigia, di consigli e di voglia di viaggiare stando seduti sul proprio divano. Ah, lo vedo anche con il suo dominio e un tema …da WOW!

Sappiate che questa mia creatura ogni giorno cresce con me. Se non mi sentite per un po’ è perché sono piena di pensieri e silenziosa finché non li concretizzo nella mia mente. Se scrivo molto, sono carica. Se scrivo un post triste, quel giorno mi sento così..Ma scrivere mi aiuta ad affrontare e sdrammatizzare momenti difficili o ricordare belle emozioni.

Grazie a chi mi segue e continuerà a farlo!

#proudlywoman e perché l’essere donna ci piace!

Questi giorni mi è capitato di vedere il film disney Mulan.

Non è mai stato tra i miei preferiti probabilmente perché uscito nel periodo in cui già non guardavo più i cartoni disney..Ma ora con una piccola quasi treenne che adora tutto ciò che è disney e ancor di più ciò che è principesse sto recuperando quanti più cartoni possibili.

E così guardando Mulan per la seconda volta in due giorni ho iniziato ad interessarmi a questo film.

Hua Mulan è una leggendaria eroina cinese che si arruolò in un esercito di soli uomini (…..) La guerra finì proprio grazie a Mulan, che batté sul campo un famosissimo generale unno

Così cita wikipedia sulla ragazza protagonista del film.

Immagine tratta da it.disney.wikia.com

Immagine tratta da it.disney.wikia.com

Una bella storia leggendaria carica di significato: una donna che si finge uomo, combatte come e più di un uomo e sconfigge un terribile generale con astuzia.

Non voglio sembrare femminista (ok forse a volte lo sono..) ma anche se una leggenda questa storia mi rende orgogliosa di essere donna. Perché penso che di fronte alle difficoltà riusciamo a non piegarci mai, anzi combattiamo più degli uomini stessi. Perché credo fermamente che non ci sia nulla che una donna non può, e che se la natura ha deciso che deve essere la donna a portare dentro una creatura per mesi e affrontare il parto c’è un motivo.

Mi sento di dedicare questo semplice post a tutte le donne che conosco e che lottano ogni giorno. A quelle forti e a quelle che pensano di non esserlo, alle mamme e alle figlie, a chi corre al supermercato dietro ai figli e pensa di perdere la pazienza ma le basta uno sguardo delle sue creature per tornare a farsi forza. A chi riesce a fare i lavori così detti “da uomo”, pur rimanendo super femminile. A chi non si arrende mai e cerca sempre nuove soluzioni.

#proudlywoman

Da ora in avanti vorrei raccogliere periodicamente storie di donne orgogliose di essere tali, dalle famose eroine a quelle di tutti i giorni, forse meno famose ma non meno eroine. Se avete storie da raccontare scrivetemi o usiamo l’hashtag #proudlywoman su twitter per le nostre avventure quotidiane!

E vi lascio con una bella frase tratta proprio dal film Mulan:

Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti

Abbandonare la comfort zone

Dopo 33 anni dovrei aver capito chi sono e cercare di accettarmi come sono.. Eppure ogni volta mi resta difficile farlo, ogni volta ho mille lotte interne.

Ho sempre avuto la fortuna di poter fare le mie scelte, di prendere i rischi e di sbatterci la testa. Nella mia vita da che ricordo, tra la strada dritta e sicura ho sempre scelto quella più nascosta e avventurosa: nel 2008 sono partita per il Kenya e non avevo assolutamente idea di cosa aspettarmi, ero sola, ho mollato tutto e mi sentivo libera e felice.. Ho passato tra Malindi e Watamu degli anni bellissimi vivendo le più disparate situazioni, cambiando tantissime case – da quella che costava 30 euro al mese, una semplicissima stanza in una sorta di “residence” locale con cucina in comune-  alla villetta con giardino privato e al bungalow del resort turistico.

Io e il mio gatto zawadi al Kivulini

Io e il mio gatto zawadi al Kivulini

Ho cambiato tanti lavori, sono partita per cercare lavoro a Dubai,  sono tornata in Italia solo per fare un colloquio nella speranza di ottenere un lavoro che ambivo in Kenya (e ce l’ho fatta), qualche anno dopo sono tornata in Kenya con la mia nuova famiglia e la piccola di soli 6 mesi affrontando un viaggio in aereo da sola con lei e 4 bagagli. Lo scorso anno siamo approdati in Olanda, senz’arte ne parte, ma con tanta voglia di farcela e di dare un futuro migliore a nostra figlia.

Ho trovato lavoro, abbiamo cambiato casa diverse volte e dopo un anno potevo più o meno dire di essermi calmata ed aver trovato la stabilità.

La vista dal Mariposa, Malindi

La vista dal Mariposa, Malindi

E invece no. Un’altro trasloco.

E poi un‘opportunità a lavoro. Che faccio? Ci provo? Ma sì. Lascio le sicurezze della mia attuale posizione, le amicizie, le conoscenze del lavoro verso una nuova sfida, nuovamente scelgo il sentiero poco illuminato e che non so dove porti.

E’ più forte di me, cambiare è nella mia natura, sono come il vento e imprevedibile come il mare.

imprevedibile come il mare

imprevedibile come il mare

Ed ora vado incontro a questa nuova avventura credendoci e consapevole che non sarò più nella mia zona di comfort, che dovrò ricominciare tutto da capo ma che è una sfida, e a me le sfide (qualcuna..) piacciono!

 

Immagine

Photoshoot a Den Haag

A volte capita di imbattersi per caso in un annuncio e per caso diventare anche “modella“. No, non è che mi sono montata la testa pensando di darmi alla carriera fotografica!!

Photo by Vincenzo D'Innella Capano

Photo by Vincenzo D’Innella Capano

E’ capitato tutto un po’ per caso, come del resto succede sempre nella mia vita. Mi è capitato di vedere un annuncio riguardante  un progetto fotografico a Den Haag, e chissà perché ho deciso di seguire quel link incuriosita, e poi di scrivere al fotografo decidendo di prendere parte al progetto. Mi sono quasi stupita di me, non sono il tipo che fa queste cose..ma ho puramente seguito il mio istinto senza se, ma, però o forse.

E come sempre quando non seguo la ragione, ho fatto bene!!!

Ho così conosciuto Vincenzo, italiano che vive qui da diversi anni e sua moglie Nanette, che propongono questo servizio fotografico a 5 euro, soldi che andranno poi devoluti in beneficenza.

Ci siamo incontrati così un sabato mattina nel mio posto preferito di Den Haag, il Westbroek park, dove mi hanno scattato foto artistiche e bellissime, mettendomi assolutamente a mio agio e facendomi sentire come se li conoscessi da sempre.

Io ho sempre pensato di riuscire a sentire le persone, mi fido sempre molto delle sensazioni e le mie scelte sono sempre basate sulle vibrazioni che percepisco.

Photo by Vincenzo D'Innella Capano

Photo by Vincenzo D’Innella Capano

Beh, se per caso mi sono imbattuta in questa cosa, e ancora per caso ho deciso di partecipare spinta da non so quale forza, posso dire di non essermi sbagliata.

Vincenzo e Nanette mi hanno trasmesso positività, serenità, felicità e speranza: e proprio la positività è la chiave di questo progetto di photoshoot… che allo stesso tempo rientra in un progetto più ampio che vi svelerò prossimamente!!!

Photo by Vincenzo D'Innella Capano

Photo by Vincenzo D’Innella Capano

E per rimanere in tema di positività, Vincenzo sta intraprendendo un viaggio fotografico attraverso l’artigianato italiano, progetto che ha l’aspirazione di portare nelle scuole e tra i giovani la capacità prettamente italiana di saper creare con le proprie mani… con la speranza che questa grande dote non scompaia a favore della produzione di massa.

Photo by Vincenzo D'Innella Capano

Photo by Vincenzo D’Innella Capano

Che sia il restauratore o il carpentiere, il panettiere o il ciabattino… Chiunque si guadagna da vivere con la propria manualità è il benvenuto per un intervista con foto.

Potete trovare maggiori informazioni sul sito del progetto di Photoshoot  sulla pagina www.faceboard.org/ps e trovate il profilo di Vincenzo D’Innella Capano anche qui su google + 

Photo by Vincenzo D'Innella Capano

Photo by Vincenzo D’Innella Capano

La cucina dell’emigrante

Oggi volevo quasi fotografare la pietanza che ho preparato per cena…Poi mi sono detta: ” è una schifezza, perché mai dovrei fotografare e condividere qualcosa del genere?”

Photocredit @ xymox on flickr

Photocredit @ xymox on flickr

Lo ammetto, cucinare non è mai stato il mio forte, e benché meno ora che sono in Olanda. Anche perché…In Italia avevo 7/10 qualcosa che ci cucinava mamma (commossa dal fatto che io fossi proprio negata a cucinare). Poi spesso e volentieri ci autoinvitavamo a cena da mio padre per dei buoni piatti puramente marchigiani. E Poi c’era comunque la pizza al taglio che ci salvava!!!

In Kenya…mio marito preparava sempre piatti africani a base di riso o polenta con carne e pesce. Sua sorella, quando ha vissuto con noi era  una cuoca fantastica…(ancora mi sogno i fantastici fagioli con chapati!) … e anche li comprar pronto al Jabreen (locale malindino dalle prelibatezze locali, come le fantastiche samosa) costava così poco che ne approfittavamo spesso. Per non dire poi che almeno 2 volte alla settimana andavamo a cena fuori, al Breeze point (dove per mangiare aspetti un ora ad andar bene, ma la location a bordo piscina con luci soffuse e musica africana mi piaceva da matti) o a mangiarci una pizza al Putipù o al Bogart del Coral Key.

E in Olanda??? Da un anno a questa parte mi sono sbizzarrita a cucinar paste e risotti.. Ogni tanto vado anche di Hamburger ma onestamente la carne in generale quassù non mi fa impazzire quindi la evito finché posso… Certo a volte infilo qualche coscia di pollo nel forno nella speranza che diventi buono e croccante come quello che cucinavo cucinava..mia madre..in Italia. Poi ci sono sempre le insalate, sì anche quelle mi vengono buone!!!

grilled lobster

Ora pare che io abbia una leggera intolleranza al glutine, e che per un po’ dovrei evitarlo o mangiarlo raramente (e ci credo..mangiando pane e pasta tutti i giorni…). E qui che comincia la mia crisi culinaria…COSA CUCINO??? Per fortuna il risotto rimane, ma mica posso sopravvivere di risotti e far mangiare a quei due poveretti solo risotto??? Allora le provo tutte…verdure in padella..verdure al forno… Pesce (surgelato o pronto eh, mica che mi metto a pulirlo io..) Frittate, uova al tegamino, uova strapazzate con fagioli… Solo che la maggior parte delle volte queste ricette sono un PASTROCCHIO di ingredienti rimestolati insieme, insapori o con troppi sapori in contrasto.

Oggi ho cucinato la polenta con verdure e formaggio fuso. . Anche la polenta è rimasta piuttosto fusa… ah e ho anche pensato di metterci un uovo al tegamino sopra. Così mi sembrava più buona (mi sento molto chef a volte..peccato i risultati..)

più o meno la stessa faccia che avevo stasera davanti alla polenta

più o meno la stessa faccia che avevo stasera davanti alla polenta

Mio marito, che di solito non si sbilancia mai, ha detto “dopo un pranzo triste..(patate semi bollite con tonno e olive. Le patate erano ancora un po’ dure..) uno si aspetta almeno una bella cena”.

Sono un caso disperato?? Come posso imparare a cucinare??? Almeno perdessi un po’ di Kili….